Harry Potter e la traduzione russa: cosa è andato storto?

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Cosa sta succedendo tra i fan russi di Harry Potter?

Quando uscì la nuova sceneggiatura di Harry Potter e la maledizione dell’erede, basata sui romanzi di J. K. Rowling, moltissimi fan russi chiesero alla casa editrice “Makhaon” – la detentrice esclusiva dei diritti per la traduzione russa – di non coinvolgere in nessun caso Maria Spivak, traduttrice russa della saga.

Quest’ultima avrebbe svolto un pessimo lavoro con le traduzioni dei precedenti libri della serie, portando di conseguenza i suoi fan a dar vita a un’animata discussione.

È possibile dire chi in questa polemica ha ragione e chi invece ha torto? Esistono dei criteri oggettivi che indicano la qualità di una traduzione? Come funziona il mercato della traduzione letteraria? Ce lo spiega Aleksandra Borisenko, traduttrice ed esperta in teoria della traduzione.

Il problema principale

In linea generale, J. K. Rowling evitò quasi del tutto ogni contatto con i traduttori. Questa mancanza di comunicazione da parte dell’autrice portò a gravi difficoltà. Ci furono dei casi in cui gli sviluppi dei libri successivi a quello tradotto rendevano le scelte di traduzione inefficaci.

Inoltre, i proprietari dei diritti d’autore imponevano scadenze estremamente rigide, rendendo la produzione di una traduzione di qualità quasi impossibile.

Diversi traduttori russi di libri per bambini si rifiutarono di lavorare su Harry Potter proprio perché sarebbe stato un peccato rovinare il libro a causa della fretta a loro imposta.

Infatti, spesso i traduttori ricevono il testo di un libro in anticipo rispetto alla pubblicazione originale, ma nel caso di Harry Potter la segretezza era piuttosto maniacale.

I tipografi lavoravano sotto sorveglianza in stanze speciali, così i traduttori ricevevano il testo insieme a tutti gli altri lettori. In questo modo aumentava anche la vendita di copie inglesi nel resto del mondo.

Cosa è andato storto con la traduzione russa?

In Russia il destino della traduzione di Harry Potter si rivelò burrascoso e poco felice.

Il primo libro della serie, Harry Potter e la pietra filosofale, fu pubblicato nel 2000. Al tempo era già ovvio che si trattasse di un best seller, ma ancora non era uscito il primo film, di conseguenza la portata mediatica di questa saga non era ancora del tutto chiara.

La casa editrice Rosman aveva ottenuto i diritti di traduzione, ma la scelta del traduttore non fu presa sul serio e fu incaricato Igor’ Oranskij.

Purtroppo, la casa editrice si ritrovò a dover affrontare un ostacolo del tutto imprevisto, i fan.

Poiché il libro esisteva già da tre anni, in Russia non solo c’erano persone che lo avevano già letto in inglese, ma anche persone che avevano già letto la traduzione russa su Internet.

Nessuno si aspettava la mole di critiche e indignazione che la casa editrice avrebbe ricevuto. Lo stesso Oranskij continuava a pensare che fosse tutto a posto!

L’arrivo di Maria Spivak

Quando nel 2015 i diritti di Harry Potter furono acquistati dalla casa editrice Makhaon, fu deciso di non ristampare le traduzioni di Rosman ma di prendere una delle traduzioni amatoriali già disponibili.

A quel punto ne esistevano almeno cinque o sei e Makhaon scelse una delle prime, probabilmente la più famosa e promossa e la più amata dai fan: la traduzione di Maria Spivak. Aveva tutto ciò che mancava alle traduzioni di Rosman: amore per il testo, una bella storia e un tocco personale.

Tuttavia, anche in questo caso i lettori rimasero insoddisfatti. Improvvisamente si scoprì che la traduzione di Maria Spivak aveva quasi più critici che fan.

Ci fu persino una petizione indirizzata alla casa editrice alla quale parteciparono più di 70 mila persone, chiedendo insistentemente “di affidare il lavoro a un altro traduttore più competente, che sia in grado di preservare la bellezza della lingua e della cultura della parola, lo stile piacevole e il modo di narrare”.

Rosman o Makhaon?

Quindi, alla fine, qual è la traduzione migliore? È possibile confrontare oggettivamente la traduzione di Rosman e quella di Maria Spivak?

Purtroppo, è impossibile confrontarle in modo del tutto oggettivo, e questa impossibilità è parte dell’essenza stessa della traduzione artistica.

Una traduzione non potrà mai trasmettere pienamente tutte le sfumature, tutti i significati e le associazioni dell’originale. Il traduttore deve scegliere uno dei due (o tre) obiettivi, e non c’è modo di combinarli tutti.