Nell’Unione Sovietica si viveva nelle botti?

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Le innovative cisterne metalliche per alloggi temporanei furono uno dei pochi progetti utopici dell’URSS a concretizzarsi.

Nel 1974, le autorità sovietiche decisero di riprendere un ambizioso progetto: la costruzione dell’autostrada Bajkal-Amur (BAM).

Per le migliaia di giovani sovietici che furono inviati a lavorare a questo progetto furono costruite abitazioni temporanee in legno, isolate in modo particolare per le forti gelate.

Tuttavia c’era un problema serio: bastava che nevicasse una notte e le piccole abitazioni erano coperte di neve fino al tetto. Spesso gli operai potevano a malapena uscire dalle loro case.

Cosa sono i Cubiki?

Per risolvere questo problema, i progettisti sovietici idearono un’abitazione innovativa, i CUB-2M o Cubiki, come ribattezzati dagli operari.

Queste costruzioni futuristiche divennero una vera salvezza.

Grazie alla struttura metallica molto leggera ma allo stesso tempo resistente erano facili da trasportare da un luogo all’altro e da installare.

La forma cilindrica risolveva il problema principale: permetteva alla neve di cadere, in questo modo ne rimaneva solo poca sul tetto. 

Inoltre, queste “cisterne” mantenevano il calore molto meglio delle normali costruzioni in legno.

Furono installate centinaia di abitazioni di questo tipo. Potevano essere collegate l’una all’altra e il calore poteva essere fornito da un’unica caldaia centrale.

Gradualmente, queste abitazioni si diffusero in altre aree remote con un clima rigido.

Spesso gli operai vivevano in queste case non solo mentre venivano costruite le future abitazioni permanenti, ma anche per diversi anni a seguire.

Queste cisterne erano davvero complete. Misuravano nove metri di lunghezza e tre di diametro e avevano tutto il necessario per vivere. Oltre alla zona notte, c’erano una sala da pranzo, una cucina con fornello elettrico, un bagno un sistema di riscaldamento dell’acqua e un vestibolo d’ingresso, separato dal resto della casa in modo che il freddo esterno non penetrasse nello spazio abitativo.

Perché non hanno avuto successo? 

Questi alloggi furono solo temporanei. Vennero comunque costruiti centri abitati nelle zone interessate e col tempo non c’è stato più bisogno di Cubiki.

Si pensò al loro impiego anche in altri luoghi impervi e dove risultava difficile costruire centri abitati, per esempio sul Monte El’brus, ma negli anni Novanta la produzione dei Cubiki fu cancellata.

Queste botti metalliche col tempo si rovinarono e finirono nelle discariche. Tuttavia, nelle campagne è ancora possibile trovare qualche cisterna arrugginita.

Il vero barile può essere ammirato oggi anche nel museo dedicato alla costruzione dell’autostrada Bajkal- Amur a Tynda, dove si trova un’esposizione dedicata alla vita dei principali costruttori della linea.

Il barile ricreato a grandezza naturale è visibile anche alla mostra “Stazioni e città. Patrimonio architettonico della BAM” presso il Museo Storico statale.