Chi erano i preti rossi nell’Unione Sovietica

Da leggere in 2 minuti

preti rossi sono apparsi nella Russia sovietica in un momento in cui il clero soffriva notevolmente per il terrore dei bolscevichi. All’epoca c’era anche chi, pur non scendendo a patti con il nuovo potere, non vi si opponeva apertamente.

Nel 1917 i preti cominciarono a essere assassinati e gli oggetti preziosi e le reliquie delle chiese saccheggiati. La fase di lotta attiva contro la Chiesa continuò fino alla fine degli anni Trenta, anche grazie all’uso della propaganda antireligiosa.

I sacerdoti dalla parte del potere

“Esistono pochi studi dedicati alla cooperazione tra la Chiesa e le autorità sovietiche. Per questo motivo, sembra che non ci fossero rappresentanti del clero simpatizzanti della rivoluzione e che tutti assumessero una posizione antibolscevica o apolitica, essendo vittime delle autorità” scrive lo storico Nikolaj Zajac.

Tuttavia, si è scoperto che esistevano anche ecclesiastici fedeli ai bolscevichi, che in seguito furono chiamati preti rossi. Spesso erano ecclesiastici di grado più basso che, insoddisfatti del comportamento dei superiori, si convertirono alla fede bolscevica. Ci furono persino scontri tra il clero tradizionale e i preti rossi.

Si assistette a casi isolati in cui gli ecclesiastici lasciarono la Chiesa. Primo fra tutti, il sacerdote di Vologda Dmitrij Popov, ad esempio, partecipò attivamente alla rivoluzione e benedisse perfino personalmente le truppe rivoluzionarie. L’abate del monastero del Turkestan Irinarch lasciò il monastero e si unì al partito.

Uno dei più famosi preti rossi fu Mikhail Galkin. Durante la Prima guerra mondiale era sacerdote di reggimento, poi prestò servizio in una chiesa di San Pietroburgo, divenne un militante e fece proprie le idee progressiste, sostenendo persino la separazione tra Chiesa e Stato.

La storia della lotta del regime contro la religione e la chiesa ortodossa è drammatica e difficile. I preti rossi furono solo l’inizio di uno scisma interno alla Chiesa che durò fino alla Seconda guerra mondiale.

Molti sacerdoti si opposero al regime, ma la maggior parte morì in campi di lavoro e nelle fosse comuni, senza processo. Nel 2000 sono stati canonizzati più di mille sacerdoti della Chiesa ortodossa russa perseguitati e uccisi dai bolscevichi dopo la rivoluzione del 1917.