Un giorno intero non è sufficiente per esplorare le infinite sale dei due edifici del museo più famoso di Mosca, la Galleria Tret’jakov.
Il sogno del creatore della galleria Pavel Tret’jakov era quello di organizzare il più grande museo pubblico di arte russa, perché prima di lui la nobiltà collezionava soprattutto dipinti e sculture dell’Europa occidentale. Oggi la collezione del museo conta più di 190 000 opere. In questo articolo troverai alcuni dei dipinti che non passano inosservati ai visitatori.
Aleksandr Ivanov: L’apparizione di Cristo al popolo, 1837-57

Il dipinto di Ivanov fu acquistato dall’imperatore Alessandro II e donato al Museo Rumjancev, dopodiché entrò nella collezione della Galleria Tret’jakov dal 1924. Nella galleria fu costruita persino una sala separata per la grande tela di 5,4 x 7,5 metri.
Konstantin Flavickij: La principessa Tarakanova, 1864

Questa è una delle prime opere che Tret’jakov acquistò per la galleria e raffigura la storia della principessa Tarakanova. Quest’ultima fingeva di essere la figlia dell’imperatrice Elisabetta e fu imprigionata nella fortezza di Pietro e Paolo, dove secondo la leggenda morì in un’inondazione. Nell’opera risaltano diversi elementi, come l’innalzamento del livello dell’acqua, i topi e la disperazione sul volto della prigioniera.
Vasilij Perov: Trojka (Apprendisti artigiani trasportano acqua), 1866

Vasilij Perov è stato uno dei primi a dipingere tele su temi sociali e a porre l’attenzione sulle problematiche del tempo. Dalla sofferenza dei bambini che trasportano pesanti barili d’acqua e dalla posa del generale si capisce la tragicità della situazione. Tret’jakov acquistò il quadro subito dopo che l’artista aveva finito di lavorarci.
Vasilij Vereščagin: L’apoteosi della guerra, 1871

Vereščagin era un militare e divenne famoso come pittore di battaglie. Dipinse questa tela dopo un viaggio in Asia centrale. L’idea del dipinto è legata alla leggenda del khan mongolo Tamerlan, che lasciò sul campo di battaglia montagne di teschi. “Dedicato a tutti i grandi conquistatori passati, presenti e futuri”, recita l’iscrizione sulla cornice del quadro.
Aleksej Savrasov: I corvi sono arrivati, 1871

Questo paesaggio è considerato innovativo per l’arte russa. Nessuno prima di Savrasov aveva rappresentato la natura in modo così realistico e “triste”. Betulle grigie, inondazioni primaverili e una chiesa: i contemporanei ritenevano che l’artista riflettesse l’anima stessa della Russia. Pavel Tret’jakov si recò appositamente a Jaroslavl’ per incontrare Savrasov e acquistare questo dipinto.