Come ci è finito l’autoritratto di Ivan Ajvazovskij agli Uffizi?

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Come ci è finito l’autoritratto di Ivan Ajvazovskij nella Galleria degli Uffizi?

Tra i capolavori del celebre museo fiorentino troviamo anche l’opera del grande pittore russo. Ma come ci è finito l’autoritratto di Ivan Ajvazovskij nella Galleria degli Uffizi?

“Hai scatenato il Caos in Vaticano!”

Dopo essersi diplomato nel 1840 all’Accademia Imperiale delle Arti di San Pietroburgo, il ventitreenne Ivan Ajvazovskij si concesse un viaggio in Italia. Ammirò con entusiasmo le vedute di Venezia, dove incontrò Nikolaj Gogol’; poi si diresse verso Firenze, Napoli, Sorrento e Roma.

In Italia non solo realizzò dipinti, ma partecipò anche a diverse mostre. Dopo aver visto i suoi paesaggi marini, il pubblico rimase a bocca aperta e certamente gli acquirenti non mancarono. Tra questi figurava Papa Gregorio XVI, il quale, dopo aver visto il dipinto Caos di Ajvazovskij, decise di acquistarlo per inserirlo nelle collezioni vaticane. L’artista rifiutò il denaro, ma accettò una medaglia d’oro da parte del pontefice. Gogol’, naturalmente, non poté resistere dall’ esclamare: “Gloria a te Ivan! Dopo essere arrivato a Roma dalle rive della Neva, così giovane, hai subito scatenato il Caos in Vaticano!”.

A proposito della crescente popolarità del pittore, il Giornale dell’arte di San Pietroburgo scrisse: “Nobili, poeti, scienziati e artisti non fanno altro che elogiarlo ed esaltarlo, dipingendolo come un genio. Persino il sovrano di Napoli ha espresso il desiderio, tramite il nostro inviato Gur’ev, di conoscere l’artista e i suoi meravigliosi dipinti”.

Ivan Ajvazovskij trascorse ben quattro anni in Italia e dipinse circa 80 quadri.

Accanto a Raffaello e Rubens

Nel 1873 la mostra di Ajvazovskij a Firenze riscosse un grande successo. Ben presto all’artista venne proposto di realizzare un autoritratto per la Galleria degli Uffizi. Infatti, il museo possiede da tempo una collezione di autoritratti, la cui tradizione fu creata dal cardinale Leopoldo de’ Medici.

Successivamente, vedendosi riconoscere i loro meriti, gli artisti iniziarono a ricevere commissioni di autoritratti. Nel museo fu poi allestita una delle più grandi collezioni di autoritratti al mondo: Rubens, Rembrandt, Velázquez, Tiziano, Raffaello… e a partire dal XIX secolo l’elenco iniziò ad arricchirsi di artisti russi.

Il primo autoritratto fu quello di Orest Kiprenskij, commissionato dall’Accademia delle Belle Arti di Firenze nel 1819. Poi Karl Brjullov, anche se non portò mai a termine il ritratto. Ivan Ajvazovsky fu il terzo artista a ricevere l’incarico per un autoritratto: si raffigurò sullo sfondo di un cielo tempestoso.

Grazie a questa tradizione, nella Galleria degli Uffizi iniziarono a comparire altri autoritratti di artisti russi, tra cui Boris Kustodiev e Marc Chagall.