Negli ultimi decenni sono emersi molti fenomeni legati alla percezione distorta delle informazioni. Uno di questi è l’effetto Mandela.
Cos’è l’effetto Mandela
L’effetto Mandela si verifica quando molte persone condividono un falso ricordo di un evento mai accaduto. Il termine è stato coniato nel 2009 dalla ricercatrice Fiona Brum, che durante una conferenza scoprì che diversi partecipanti, compresa lei stessa, ricordavano erroneamente la morte di Nelson Mandela in prigione negli anni Ottanta. In realtà, il leader sudafricano morì nel 2013.
Esempi di effetto Mandela
Numerosi esempi illustrano questo fenomeno e alcuni sono specifici di determinati Paesi.
“Luke, io sono tuo padre”.
Molti ricordano erroneamente la celebre frase pronunciata da Darth Vader in Star Wars: Episodio V – L’Impero colpisce ancora. Tuttavia, la battuta originale è diversa: quando Luke dice “Hai ucciso mio padre”, Darth Vader risponde: “No, sono io tuo padre”. Il nome del protagonista non viene mai menzionato.
“Sono stanco, me ne vado”.
Il 31 dicembre 1999, il presidente russo Boris El’cin annunciò le sue dimissioni in un discorso di fine anno, nominando Vladimir Putin presidente ad interim. Molti ricordano che le sue ultime parole furono “Sono stanco, me ne vado”, ma in realtà disse: “Me ne vado. Ho fatto tutto quello che potevo”. Secondo Lyudmila Starostova, candidata in scienze filosofiche e dipendente del Boris Yeltsin Presidential Center, questa errata memoria collettiva è nata perché molti telespettatori notarono che El’cin appariva affaticato durante il discorso.
Il monocolo del signor Monopoly
Molti pensano che la mascotte del gioco Monopoly, Mr. Monopoly, porti con sé un monocolo. In realtà, il personaggio non ha mai portato tale accessorio.
KitKat
Molte persone credono che il nome della celebre barretta di cioccolato contenga un trattino, “Kit-Kat”. In realtà, il nome corretto è “KitKat”, senza alcun segno di divisione.
Nuova Zelanda
Dove si trova questa nazione insulare? Molti sono convinti che sia situata a nord-est o addirittura a nord dell’Australia, anche se in realtà si trova a sud-est del continente australiano.
Enrico VIII con un tacchino
Molti credono che esista un ritratto del re d’Inghilterra Enrico VIII in cui egli è raffigurato mentre rosicchia uno stinco di tacchino. Un simile dipinto, però, non è mai esistito. L’idea potrebbe derivare da rappresentazioni satiriche e cartoni animati che hanno contribuito alla diffusione di questa immagine inesatta.
Perché si verifica l’effetto Mandela
Esistono diverse teorie per spiegare l’origine dei falsi ricordi collettivi.
Universi paralleli
Una delle teorie più fantasiose suggerisce che l’effetto Mandela derivi dall’interazione tra universi paralleli. Ipoteticamente, le persone potrebbero inconsapevolmente passare da una realtà all’altra, conservando ricordi di eventi accaduti in un’altra dimensione.
Tuttavia, questa spiegazione rimane pura speculazione: al momento, non esistono prove scientifiche dell’esistenza del multiverso.
Falsi ricordi
Daniel Schakter, psicologo e professore all’Università di Harvard, afferma che: “i ricordi sono costruzioni psicologiche basate su reazioni emotive, percezioni visive e uditive. Riflettono il nostro atteggiamento verso un evento, ma non costituiscono registrazioni fedeli di ciò che è realmente successo”.
Se nei ricordi vi sono delle lacune il cervello le colma con informazioni basate su esperienze precedenti. Questo processo, noto come confabulazione, può portare alla distorsione della memoria. Secondo lo psicologo Christopher Duajer, dell’Università di Tecnologia di Shannon, la mente crea narrazioni coerenti per ridurre l’ansia legata all’incertezza, anche a costo di generare falsi ricordi.
L’impatto di Internet
L’effetto Mandela è diventato particolarmente noto con l’avvento dell’era digitale. Un’analisi condotta su 100.000 notizie pubblicate su X ha rivelato che le informazioni false si diffondono con una velocità superiore del 70% rispetto alle verità accertate, contribuendo alla diffusione di ricordi errati.
Cosa fare quando si verifica l’effetto Mandela
Riconoscere un falso ricordo è complesso, poiché si manifesta inconsapevolmente. Tuttavia, è possibile adottare alcune strategie per ridurre il rischio di cadere vittima di questo fenomeno.
- Verificare sempre le informazioni: controllare più fonti e approfondire i fatti prima di accettarli come veri.
- Adottare un pensiero critico: mettere in discussione sia le informazioni ricevute sia i propri ricordi.
- Evitare domande suggestive: quando si confrontano i propri ricordi con quelli di un’altra persona, è consigliabile porre domande aperte. Ad esempio: “Come è morto Mandela?”; in questo modo, si favorisce una risposta più riflessiva e meno influenzata da preconcetti.