procrastinazione

Come combattere la procrastinazione e perché può essere utile

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Se state facendo qualsiasi cosa tranne un lavoro importante o un esame, state procrastinando. Abbiamo esplorato come combattere la procrastinazione insieme alla giornalista scientifica Asej Kazancevoj.

Il legame tra procrastinazione e autocontrollo

L’autocontrollo è uno dei principali fattori che determinano il successo nella vita, tanto importante quanto un’intelligenza sviluppata. Le persone con un buon autocontrollo tendono a ottenere risultati migliori in qualsiasi campo scelgano di impegnarsi. La buona notizia è che l’autocontrollo si può sviluppare: se una persona riesce a imporsi e superarsi almeno una volta, potrebbe trovare più semplice affrontare in futuro compiti che richiedono una maggiore concentrazione.

La tendenza a rimandare le attività importanti prende il nome di procrastinazione. Tuttavia, non si può definire procrastinazione il semplice stare sdraiati sul divano invece di scrivere la tesi: la procrastinazione si verifica quando un’attività rilevante viene sostituita da una meno urgente o addirittura da qualcosa di superfluo.

Si ritiene che la procrastinazione sia sempre il risultato di un conflitto interno. Una parte della personalità è convinta che dobbiamo dedicarci a un compito specifico in un dato momento, mentre un’altra parte preferisce fare tutt’altro nello stesso momento. Questo accade perché, inconsciamente, cerchiamo un senso di sollievo: svolgere anche un piccolo compito ci dà una “ricompensa istantanea” e ci fa sentire momentaneamente meglio. Tuttavia, a lungo termine, questo conflitto tra motivazioni genera stress, che a sua volta alimenta ulteriormente la procrastinazione.

Vivere costantemente sotto pressione, inseguendo scadenze imminenti, può portare a comportamenti dannosi per la salute. Si può finire per sacrificare il sonno o ricorrere a sostanze psicoattive pur di riuscire a completare il lavoro all’ultimo minuto.

La procrastinazione non viene da sola

La procrastinazione è spesso legata a emozioni negative, come la noia. Guardando più in profondità, però, si scopre che il problema risiede nella percezione che abbiamo di noi stessi. Chi procrastina può provare ansia perché si sente poco competente rispetto al compito da svolgere. Se una persona è insoddisfatta di sé, non si piace o non sente il bisogno di realizzarsi, avrà maggiori difficoltà a concentrarsi.

I questionari che valutano la tendenza alla procrastinazione mostrano una correlazione con altri tratti negativi della personalità, come un elevato livello di nevroticismo. I procrastinatori, inoltre, tendono ad avere pensieri negativi automatici su se stessi, spesso inconsapevoli, che rafforzano le loro insicurezze.

È sbagliato pensare che la procrastinazione riguardi solo le persone “pigre” o “poco ambiziose”. Spesso, infatti, va di pari passo con la sindrome dell’impostore, che può colpire anche professionisti di alto livello insicuri delle proprie capacità.

Quando non vale la pena combattere la procrastinazione

Compiti diversi causano livelli differenti di procrastinazione. Una forma lieve di perdita di autocontrollo può essere risolta con una corretta gestione del tempo. Tuttavia, se la procrastinazione raggiunge alti livelli, potrebbe essere il segnale che ci si sta dedicando a qualcosa che non fa per noi. In questi casi, può essere più utile cambiare lavoro o percorso di studi piuttosto che continuare a lottare contro se stessi.

D’altra parte, alcune persone provano una forte resistenza verso quasi tutte le attività: in questo caso è consigliabile approfondire le cause con l’aiuto di una psicoterapeuta.

Come combattere la procrastinazione

Ecco alcuni metodi pratici per affrontare la procrastinazione:

  • suddividere il lavoro in piccoli compiti. Questo aiuta a entrare nel ritmo del lavoro e a ottenere gratificazione dal raggiungimento di piccoli traguardi;
  • lavorare a intervalli di 25 minuti. Per ridurre l’ansia legata alla complessità di un compito, si può utilizzare la “tecnica del pomodoro”, una strategia di gestione del tempo che prevede sessioni di lavoro di 25 minuti, seguite da brevi pause. Questo metodo consente di impegnarsi nel lavoro e di superare la resistenza iniziale;
  • evitare le tentazioni. Non è chi ha un autocontrollo di ferro a ottenere migliori risultati, ma chi riesce a ridurre al minimo le tentazioni. Se, ad esempio, TikTok rappresenta una distrazione, è più efficace disattivare temporaneamente il telefono o eliminare l’app, piuttosto che combattere l’impulso di guardare i video;
  • affidarsi a un aiuto esterno. Se tutto il resto non funziona, può essere utile trovare qualcuno che vi aiuti a controllarvi. Concordate, ad esempio, con il vostro coniuge, collega o manager l’uso di un tracker sul vostro computer per monitorare le attività e inviare periodicamente degli screenshot del vostro desktop.