perfezionismo

Tre modi per liberarsi dal perfezionismo una volta per tutte

Da leggere in 3 minuti

Il perfezionismo non consiste unicamente nel voler fare tutto alla perfezione per raggiungere un obiettivo. Si tratta piuttosto del riflesso di un io interiore intrappolato nell’ansia.

Le persone di successo raramente sono perfezioniste. Questo perché tali convinzioni generano dubbi e indecisioni, impedendo di portare a termine qualsiasi compito. Ma cosa alimenta esattamente il perfezionismo? Potrebbe essere il desiderio di dimostrare il proprio valore agli altri o il desiderio di sfuggire alla vergogna e al giudizio? O forse è un’inverosimile necessità di fare buona impressione sul capo severo? In realtà, però, il più delle volte un perfezionista tenta di dimostrare qualcosa ai propri genitori o al proprio senso critico interiore.

Il perfezionismo può diventare una comoda abitudine. Se lo si adotta fin da piccoli, il confronto con la voce interiore che ci inculca questi comportamenti può apparire come un rituale obbligatorio per avere successo. Con il tempo, tuttavia, sembrerà più una chiacchierata con un vecchio amico che si è fatto attendere a lungo. Naturalmente, non è possibile riuscirci in una sola sera. Ecco tre modi per iniziare a liberarsi dal perfezionismo e rimanere in carreggiata.

  • 1. Trova la motivazione

Come nel caso di altre abitudini malsane, per liberarsi dal perfezionismo è necessaria una solida motivazione. Se desideri farlo, rifletti un attimo: di che cosa ti privi avendo paura di non essere perfetto?

Supponiamo che tu sia spaventato dall’idea dell’imbarazzo nel parlare in pubblico. Quindi eviti di partecipare a conferenze come relatore, anche se sai che potrebbe darti credibilità come professionista e aiutare la tua carriera. La motivazione è tutta qui. Se continui a comportarti da perfezionista e a rifiutare gli interventi in pubblico, non riuscirai a raggiungere gli obiettivi professionali tanto sognati. Certo, le prime performance potrebbero essere tutt’altro che perfette, ma non bisogna arrendersi, negandosi la possibilità di migliorare.

Individua ciò a cui stai rinunciando a causa del perfezionismo e utilizzalo come motivazione.

  • 2. Isola il tuo senso critico interiore

Tutti i perfezionisti hanno schemi di pensiero comuni che impediscono di liberarsi dai comportamenti limitanti. Ecco alcuni esempi:

Lettura del pensiero: “Se non do il 110%, il mio capo troverà qualcuno che lo faccia e mi licenzierà”; “I miei genitori hanno fatto molti sacrifici per garantirmi un’ottima istruzione e prepararmi a una carriera di successo e non posso deluderli”.

Etichettatura: “Il refuso nel mio articolo non è stato un errore accidentale, è successo perché sono pigro e non mi prendo il tempo di ricontrollare tutto”; “Non posso essere mediocre”.

Evitamento: “Non riuscirei mai a scrivere un buon libro, quindi non ci provo nemmeno”.

Pensiero catastrofico: “Non merito quello che ho e devo lavorare di più per mantenerlo”.

Se queste frasi ti sono familiari, ascolta quale voce le sta pronunciando nella tua testa: un’altra persona o te stesso? Inizia ad osservare i momenti in cui automaticamente giustifichi le tue azioni in questo modo. Osserva come ti senti quando il tuo senso critico prende il sopravvento, quali emozioni lo precedono e cosa può calmare la tua ansia.

C’è un modo molto interessante per mettere a tacere i propri pensieri critici, che piacerà molto ai perfezionisti, perché implica un po’ di autocritica. Il punto è che soffermarsi continuamente sui propri difetti è decisamente da egoisti. Prova a chiederti perché devi essere speciale in tutto e chi ti ha detto questo.

La critica personale è una forma di narcisismo che funge da difesa. A volte può sembrare che l’unico modo per ottenere il successo ed essere amati e accettati da tutti, sia quello di essere eccellenti e di fare tutto al cento per cento. Ma questa è un’altra trappola del perfezionismo. La verità è che, se non sei il migliore in tutto, potrai comunque ottenere ciò che vuoi dalla vita.

La prossima volta che inizi a nutrire preoccupazioni per un imminente fallimento, chiediti come mai non puoi permetterti di sbagliare o avere giornate storte come tutti gli altri.

  • 3. Impara a porti obiettivi “sufficienti”

Per sradicare il perfezionismo, è necessario trovare il coraggio di impegnarsi non al massimo, ma a sufficienza. Ovvero uno sforzo che ti permetta di fare bene qualcosa e che eviti un eccessivo coinvolgimento emotivo rispetto al risultato.

Uno sforzo sufficiente è quello che non richiede fatica e sofferenza. Pensa a come vorresti portare a termine un compito se fosse l’ultima cosa che fai. Non tutti i lavori richiedono il massimo impegno. La chiave è tenere a mente il risultato.

Ripensa alle casualità felici della tua vita. Ad esempio, quando una riunione di lavoro è stata annullata o una scadenza rimandata e all’improvviso ti è venuta un’idea geniale per risolvere un problema. Quando la mente è libera, il pensiero creativo appare molto più naturale. Tienilo a mente e la prossima volta che ti viene voglia di fare gli straordinari, immagina quanto spazio per le idee si libererà nella tua mente se solo deciderai di dormire la notte.

Sperimenta questo approccio anche in ambiti diversi da quello lavorativo. Ad esempio, l’attività fisica. Se ti alleni un’ora al giorno, riduci il tempo a 40 minuti e osserva cosa accade. Tutto questo diventa meno stressante? Andare in palestra non è più fonte di ansia? All’inizio potresti pensare che non ti stia allenando abbastanza, e che quindi stai fallendo. Ma potresti anche accorgerti di aver guadagnato qualcosa: tranquillità, giornate lavorative più rilassate e più tempo libero.  Perciò è lecito fare abbastanza, o anche un po’ meno, se si vuole vivere una vita completa e sana.