Merci di origine straniera

Quali merci importate era possibile acquistare in Unione Sovietica?

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Lo sapevi che al di là della cortina di ferro si potevano acquistare merci importate come profumi francesi e mobili tedeschi?

Le merci importate giungevano in Unione Sovietica in vari modi. Negli anni Sessanta, oltre al mercato nero, esistevano negozi specializzati: i “Lejpcig” vendevano prodotti della DDR, i “Balaton” quelli ungheresi, i “Vanda” quelli polacchi . Inoltre esistevano i “Berjozka”, dove si vendevano prodotti alimentari, macchinari e vestiti di origine straniera in cambio di valuta e assegni speciali.

CALZATURE E ABBIGLIAMENTO

Acquistati dai turisti stranieri per poi essere rivenduti nel mercato nero, i jeans apparvero per la prima volta durante il Festival della Gioventù e degli Studenti del 1957 . Gli appassionati di moda erano disposti a pagarli 200-300 rubli, ovvero quasi il doppio del loro stipendio.

Le calzature venivano importate dalla Cecoslovacchia, dalla Romania, dalla Jugoslavia, dalla Germania dell’est e dall’Ungheria. Gli stivali con pelliccia e suole di gomma jugoslavi così come quelli Salamander potevano arrivare a costare fino a 80 rubli, una cifra impensabili per l’epoca. Di tendenza, soprattutto tra i giovani, erano anche le scarpe da ginnastica, che costavano poco più di un rublo e potevano essere trovate in qualsiasi negozio di articoli sportivi. Negli anni Sessanta, in Cina, venivano prodotte le “Dva mjača”, simili alle Converse ma con meno varietà di colori, rivendute per 4 rubli. In seguito alle Olimpiadi del 1980 aumentò la popolarità di alcuni modelli, quali le Adidas, le Botas e Cebo provenienti dalla Cecoslovacchia e le bulgare Romik.

MOBILI

I mobili erano soprattutto di origine ungherese, polacca, jugoslava, rumena e tedesca. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta tutti sognavano di avere mobili della “Chel’ga”, prodotti inizialmente nella DDR e poi nell’Urss grazie ad una licenza. I mobili importati erano capienti e moderni ed erano simbolo di benessere, poiché potevano arrivare a costare anche 1000 rubli.

TAPPETI E CRISTALLI

L’accessorio obbligatorio in tutti gli appartamenti sovietici erano gli arazzi, ma non necessariamente di produzione sovietica. Le merci importate, contraddistinte dai motivi e dall’ampia scelta di colori, erano infatti la maggior parte. Molto amato era anche il vetro di Boemia, con cui erano fatti vasi e bicchieri che venivano usati nei giorni di festa e sui quali veniva lasciata l’etichetta per confermarne l’origine.

COSMETICA

Nell’Urss era possibile acquistare anche profumi e cosmetici di origine straniera, come i flaconi di Chanel n.5, Climat o Magie Noir che costavano circa 20-25 rubli o ancora mascara, cipria e fard di Lancôme, Dior o Elizabeth Arden.