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Addio al campione di scacchi Boris Spasskij

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È morto a Mosca Boris Spasskij, decimo campione del mondo di scacchi. Il campione di origini sovietiche, francesi e russe aveva 88 anni.

Il 27 febbraio scorso si è spento Boris Spasskij. La sua scomparsa è stata annunciata dal presidente della Federazione Russa di Scacchi Andrej Filatov. “Se n’è andata una grande persona, generazioni di scacchisti hanno imparato e continuano a imparare dalle sue partite e dal suo gioco. Un’enorme perdita per il Paese”, ha dichiarato.

La vita di Spasskij ha avuto un epilogo nella Capitale russa. Aleksandr Tkačev, direttore esecutivo della Federazione Russa di Scacchi, si è così espresso: “Boris viveva a Mosca. 

Io ero in contatto con i suoi cari, che mi hanno chiamato per informarmi dell’accaduto. A lui si rivolgono i più brillanti epiteti. È stato il decimo campione del mondo.  Io l’ho conosciuto, diciamo così, non attraverso i libri. Parlare con lui era sempre interessante. Raccontava storie molto affascinanti, e adesso è difficile pensare alla sua scomparsa”.

La Federazione Internazionale degli Scacchi (FIDE) ha espresso le proprie condoglianze per la morte del grande maestro. “Riposa in pace, Boris Vasiljevič Spasskij. Boris Spasskij, uno dei più talentuosi scacchisti della sua generazione, decimo campione del mondo, si è spento all’età di 88 anni”, si legge nel necrologio.

Boris Spasskij è nato il 30 gennaio 1937 a Leningrado. All’età di 19 anni ha partecipato per la prima volta al Torneo dei Candidati. Nel 1969 è diventato il decimo campione del mondo. Nella partita per la corona scacchistica ha sconfitto un altro scacchista sovietico, Tigran Petrosjan, con il punteggio di 12,5 a 10,5. Ha conservato il titolo di campione del mondo per tre anni. Ha vinto due volte il Campionato dell’URSS (1961, 1973) e ha partecipato a dieci edizioni delle Olimpiadi degli scacchi.

Nel 1972 Spasskij perse contro l’americano Robert Fischer per 8,5 a 12,5, e da allora non ha più preso parte alle competizioni per la corona scacchistica. Quattro anni dopo, è emigrato in Francia, pur mantenendo la cittadinanza sovietica e il diritto di partecipare ai tornei sotto la bandiera dell’URSS.

La carriera di Spasskij è conclusa all’inizio degli anni Novanta. Dopo una sconfitta in una partita di rivincita contro Fischer e successivamente contro la scacchista ungherese Judit Polgar. In seguito Spasskij si è impegnato nella diffusione del gioco degli scacchi, inaugurando scuole e circoli in Russia e all’estero, ed è stato anche caporedattore del giornale “Šachmatnaja nedelja” (La settimana degli scacchi). Nel 2012 il campione è finalmente tornato in patria e un anno dopo ha ottenuto il passaporto russo. Ha vissuto in un piccolo appartamento a Mosca, nei pressi della Prospettiva Rjazanskij.

Spasskij è stato sposato tre volte. La prima moglie, Nadežda Latyncevaja, ha dato alla luce una figlia, Tat‘jana, nel 1960. Dalla seconda moglie, Larisa Solov‘ёva, ha avuto un figlio, Vasilij, giornalista musicale e membro dell’Unione degli scrittori russi. Dal terzo matrimonio, con Marina Šerbačёva, è nato il figlio Boris, laureato alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Statale di San Pietroburgo.